Cari amici,
come qualcuno di voi sa, da poco è uscito il libro Metastasi, in cui i due “giornalisti” Nuzzi e Antonelli, riportano le dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta Giuseppe Di Bella.
Nel libro viene riportato Il caso Stucchi (mio Padre) in cui, dopo una romanzata ricostruzione dei fatti piena di imprecisioni e spesso di dati totalmente falsi, il pentito rivela ad effetto che “non si tratta del solito sequestro per far cassa. È un omicidio camuffato da sequestro. Perché l’ordine arriva dalla moglie di Stucchi, che da tempo ha una relazione extraconiugale. È lei a contattare Franco Coco. La clausola fondamentale dell’accordo: Stucchi non deve più tornare indietro vivo”.
Ho deciso di rendere pubblica ed inviare ai media nazionali la lettera che vi riporto in versione integrale nel link, poiché purtroppo, a distanza di un paio di settimane, devo constatare come, al di là della stampa locale che segnala gli innumerevoli errori riportati nelle ricostruzioni e definisce il libro come “un modo di fare giornalismo d’inchiesta pericoloso ed eticamente censurabile”, questo continui ad essere citato dai meno informati organi di informazione nazionali come eroico esempio di giornalismo.
In fondo come è possibile che stimati colleghi giornalisti abbiano scritto accuse così gravi senza aver neppure perso qualche minuto per verificarne la consistenza? E allora ecco fatto, il libro vive di una sua luce e i due autori diventano i nuovi paladini della giustizia!
Il momento è il migliore, qualsiasi sia il fine che si voglia perseguire, specialmente se si sta valutando cinicamente il lancio di un libro da cui si voglia ricavare il massimo profitto economico.
Purtroppo tutti i principi inerenti la verifica dell’attendibilità delle dichiarazioni dei pentiti sono stati in questo caso trascurati e accantonati.
Ma basta forse giustificare queste gravissime mancanze con il generico, supposto merito del libro di sensibilizzare l’opinione pubblica verso un fenomeno importante, per gettare fango e ferire persone completamente innocenti!?
Basta nascondersi dietro il diritto alla libertà di stampa per abusare di questo diritto!?
La realtà è molto più semplice e sconcertante: un pentito è in cerca di qualcosa, due autori sono alla ricerca di qualcos’altro e tanto fango viene buttato su persone che non solo sono del tutto innocenti ma ancor più paradossalmente sono state le vere vittime di questi delitti.