Dichiarazioni credibili???

Qui di seguito riporto due dei passi clue del libro in cui vengono riportate rivelazioni inedite di Di Bella su fatti di notevole rilevanza:

Versace è vivo

Una sera mi convoca, vado a trovarlo e mi dice: “Vuoi guadagnare qualche soldo?”. “Su cosa?” gli chiedo. “C’è da fare un lavoro particolare, cioè andare a prendere le ceneri di Versace.”. “E cosa ne devi fare?” Se me I’avesse chiesto Coco Trovato avrei obbedito senza fare domande, ma con Alfa non era la stessa cosa. E poi, ripeto, cose di cimiteri, tombe e messe nere mi fanno venire i brividi. Non è che vado volentieri in un camposanto a scoperchiare i morti. Ma mi propose una cifra astronomica, un miliardo di lire. Mi misi subito a pensare ai miei soliti soci, ad altra gente che poteva aiutarmi, ma la situazione non era chiara. “Perché vuoi queste ceneri?” gli domandai. “Ascolta, parliamo chiaro perché sai che se dopo vengo a conoscenza di cose che non sono giuste, io vengo da te.” Siccome avevamo già avuto discussioni, e una volta gli avevo pure quasi messo le mani addosso, non volevo che mi vendesse qualche balla. Lui abbassò la voce, si sedere sul divano e mi disse: “La morte di Versace è stata tutta una messinscena. Quando hanno programmato l’omicidio di Miami, Versace non si trovava negli Stati Uniti ma a Zurigo Adesso dobbiamo far sparire le ceneri perché potrebbero fare qualche controllo sul dna”. Non so cos’era successo, ma avevano paura che scattasse qualche verifica. lo non so dire oggi se questo è vero o meno, certo le indagini americane dicono che è stato un omicidio con tanto di assassino ben individuato, ma all’epoca ci ho creduto al cento per cento. E i soldi erano tanti: non mi vieni a promettere un miliardo se la storia non è vera.

Brusca, Andreotti, Leone e la morte di Paolo Borsellino

Però penso che sia importante tornare a Lecco da vincitore. Fare affari con Brusca è come avere una medaglia. Non so se Nino capisce quello che mi passa per la testa, comunque dal porticciolo di Isola delle Femmine prendiamo una barchetta e in pochi minuti arriviamo a uno yacht. Mi porta di nuovo da Giovanni Brusca. Lo yacht è di una grandezza incredibile. Mai ne ho visti di così grossi. Non vedo né il nome né la matricola. Tanto meno faccio domande. Saliamo da poppa. Ci togliamo le scarpe e Nino apre la porta scorrevole che dà prima su una sala e poi su un corridoio e in fondo a un salotto. Sulle poltrone, oltre il corridoio, c’è seduto Giulio Andreotti. Al suo fianco, e di fronte a Brusca, I’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone. Poi in piedi altri che non conosco. Persone distinte. C’è uno che assomiglia ad Amedeo Nazzari. Me lo ricordo benissimo perché è la prima faccia che vedo quando Nino apre la porta. Proprio prima di incrociare lo sguardo di Andreotti. “Ma scusa – faccio a Nino – non è il Gobbo? Che cosa fa qui”. “Eh, che vuoi che faccia qua?” risponde quello in siciliano. “Lui viene qua e spartisce ordini.” “Come spartisce ordini?” mi dico. Ma non mi esce nulla dalla bocca, e pure Nino fa silenzio. …… Circa tre settimane dopo quell’incontro, a Palermo uccidono Paolo Borsellino. Quando vengo a saperlo dai telegiornali, un po’ mi spavento perché avviene esattamente quello che aveva preannunciato Nino.

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